Benché si possa osservare con una certa sicurezza che ci troviamo di fronte a una serie di paesaggi, non possiamo tuttavia stabilirne i contorni, osservarne i dettagli: queste vedute in liquefazione sfuggono al nostro sguardo vietandoci di essere osservate per ciò che sono realmente. Si tratta, in termini generali, di una rievocazione del reale, dove la realtà tangibile sfugge e non possiamo avere coordinate precise che possano connetterci a ciò che vediamo.
L’indagine sul disegno, in questo lavoro di Veduta liquida si sposta dalla ricerca della realtà alla sua impossibilità di essere trovata: la verità è qualcosa che non riesce ad esistere del tutto perché non si presenta a tutti allo stesso modo. La liquidità contrapposta alla solidità affrontata da Bauman si traduce nell’arte visiva attraverso il disorientamento e la sfida all’osservatore, impossibilitato a cogliere efficacemente il contenuto dell’opera e il panorama diventa implicitamente una metafora descrittiva del futuro: pressoché impossibile da osservare, definire, disegnare.
La post-transizione, ciò che resta dopo ogni cambiamento in un continuo mutare senza sosta, ma anche il gaslighting come manipolazione della realtà volta a confondere, rimescolare, amalgamare i dati per volgere i fatti a proprio vantaggio, sono prerogative di una società atrocemente contemporanea che fonda su immagini la costruzione della propria identità (quasi mai in questi impasti pittorici manca uno specchio d’acqua) e che finisce, come Narciso, per restarne sopraffatta suo malgrado: queste opere ambiscono a un’iconoclastia pittorica vista come possibilità di formulare nuovi livelli di realtà.