Il titolo è preso in prestito dal capolavoro letterario di Romain Gary.
Davanti a noi scorre una galleria di personaggi che attraversano la scena: la “vita” è contemporaneamente quella che guardano gli occhi di una bambina, ciò che intravedono i passanti che ci osservano, ma anche lo spettacolo fluido del canale che fa da sfondo. Il tempo sembrerebbe non avere un andamento lineare ma imprevedibilmente si avvolge come una spirale: quello che era bambino ora è adulto, vecchio o giovane, e torna ad incontrare qualcosa di se che è passato o che deve ancora venire.
il pittore riflette osservando la moltitudine umana che si avvicenda sulle fondamenta della Giudecca a Venezia: quale migliore metafora della vita se non il fluire dell’umanità che lambisce lo scorrere dell’acqua?