“Come avviene nel binomio di tradizione secolare eros e thanatos, che Freud aveva definito rispettivamente pulsione di vita e di morte, così, nella pittura di Basile, queste forze, che potremmo definire alla base del mondo e della vita stessa, si avvicendano, lottano, si accavallano, si seducono, eppure trovano un certo equilibrio in modo che nessuna delle due prevalga effettivamente sull’altra. A prevalere è piuttosto una pittura brillante, che fa dei contrasti la sua forza motrice. Essa parte dal vissuto, dalle emozioni e ne fa ragione ed essenza di ogni cosa, rappresentando perfettamente quel cambiamento nella storia dell’arte che, con l’Espressionismo, ha visto trasformarsi il punto di partenza della pittura dalla natura all’interiorità. È l’uomo, quindi, con gli stati d’animo, le sensazioni, le pulsioni ad essere la base da cui la pittura si sviluppa e si avviluppa. In questo senso, Alberto Moravia aveva parlato di una fine della stagione di artisti che hanno qualcosa da dirci e l’inizio invece di una in cui essi hanno piuttosto qualcosa da darci, non perché non ci sia un messaggio o un significato ma perché cambiano la chiave di lettura e l’approccio all’opera stessa. 80Ed è proprio tenendo ben presente il ricco bagaglio di implicazioni artistiche, emotive, percettive, psicologiche che le opere sottendono, che bisognerebbe approcciarsi all’arte di Lorenzo Basile, che non soltanto ha molto da dirci, ma anche e soprattutto qualcosa da darci.”
Dr. ssa Valentina Basile
(Critica d’arte)
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