“Dove il mondo fallisce, l’arte parla”
Stato febbrile, inquietudine, ansia prendono forma tra mani sicure. Il contrasto evidente tra il sentire ed il sentimento, l’accumulare ed il liberarsi, si concretizzano in lavori pittorici che trovano la propria dimensione comunicando ambiguità. Urla visive dilagano nello spazio senza tempo. Il divario dimensionale crea un segmento inedito, colori vividi e neri. I lavori parlano di sé a se stesso, includono lo spettatore tentando di proiettarlo nel proprio ego. L’anatomia direziona il pensiero, l’ambiente lo disperde. I corpi ritratti passano dalla tensione alla rilassatezza, come una fisarmonica, che si chiude e si apre, legando i lavori l’uno all’altro, come a suonare una melodia dell’affanno.
Dipingere diventa un tentativo di arrivare, confezionare il pensiero per dominarlo.