I labirinti dell’animo
Il Minotauro non era così cattivo. A proposito del mio lavoro… Si tratta di un filo d’Arianna che parte dalle suggestioni simboliste e surrealiste di Bocklin e Dalì, nel cui svolgimento si raccoglie l’esperienza astratta di Mondrian o le soluzioni di Burri. Al centro del labirinto c’è il genio assoluto del nostro patrimonio artistico e culturale: Leonardo e Michelangelo. Stabilita la scena (il labirinto di Dedalo) e gli attori (i vari percorsi stilistici), rimane l’aspetto più importante: domare il Minotauro. Accordare ed armonizzare realtà figurative apparentemente inconciliabili, quali il fascino e la bellezza delle figure rinascimentali a soluzioni formali contemporanee. Far coesistere l’esperienza di Burri, di Mondrian o di Pollock alle conquiste pittoriche di artisti come Friedrich o Dalì. Le avanguardie e le correnti artistiche hanno avuto la responsabilità di rompere con la tradizione figurativa, togliendo di volta in volta un elemento della rappresentazione stessa: dapprima la prospettiva, poi la figura, il colore e per ultima la composizione e la superficie stessa dell’opera. Rompendo gli schemi tradizionali, un’opera per essere fruita nella sua complessità, ha sempre avuto più bisogno della mediazione dell’intelletto, con somma gioia della critica imperante che diventa così strumento indispensabile di mediazione. In questo passaggio, ho l’impressione che si sia perso in qualche meandro del labirinto un’aspetto fondamentale dell’opera d’arte: la capacità di arrivare dritta al cuore. Le esperienze di autori contemporanei sono state fondamentali ed hanno sicuramente lasciato il segno, ma non posso dimenticare le parole e le opere di Leonardo o il sublime romantico dei pittori nordici. Fanno parte del nostro patrimonio. Quello che vorrebbe essere il mio modestissimo contributo allo svolgimento della matassa (lungi da me peraltro paragonarmi anche lontanamente agli artisti menzionati) è un riassunto e un tentativo di raccogliere queste esperienze così diverse tra loro. La frammentazione porta lontano dal labirintico centro, la memoria ci avvicina ad esso. Nessun critico potrà dirvi se un quadro è di valore, ma le corde del vostro animo si.